Riflessioni di un giovane arrampicatore / di Domenico Costabile.

Tutte le volte che pratico lo sport dell’arrampicata ogni stanchezza e ogni pensiero mi abbandona e mano mano, salendo sempre più in altro posso sentire l’adrenalina che mi fa sentire sempre più forte e capace. Questo, accade in particolare quando mi cimento nell’intraprendere vie che sono al mio limite, dal momento che queste richiedono il mio impegno fisico ma soprattutto mentale. Inoltre poi, quando la via è intensa, quanto bella esteticamente e nei suoi singoli movimenti diventa per me mille volte più emozionante scalarla. È il momento della libera poi il momento più emozionante in assoluto, momento in cui una volta rinviata la catena, dal cuore emetto sempre un urlo di gioia. Ciò infatti è avvenuto ultimamente durante la libera del mio ultimo progetto "Core a Core" chiodata e liberata da Luca Passini dei Ragni di Lecco. La via è divisa principalmente in 3 parti .Parte con una prima sezione intesa di circa 10 metri con movimenti molto tecnici fino ad arrivare ad un riposo con incastro di ginocchio. Da qui, parte la sezione chiave che consiste nel risalire lungo tutta una canna che è anche la prima cosa che si nota dal basso. Fin qui, tutti questi non sono movimenti estremi ma ugualmente molto stancanti. Fortunatamente dopo questa sezione, si giunge ad un riposo abbastanza scomodo ma che permette di sghisare il giusto, a cui segue un passo per uscire da un bombè che a mio parere è il passo più duro da fare in continuità. A seguire vi è un altro riposo discreto prima di un ultimo passo in placca prima della catena che richiede una grande lucidità e un ultimo sforzo mentale. Fino  ad ora nonostante sulla carta avessi già liberato vie di questa difficoltà ,quando ho provato per la prima volta i movimenti di questa via ho subito capito che si trattava di qualcosa di diverso, di più interessante. Era più complessa sia dal punto di vista fisico ma soprattutto mentale. Già allora ho capito che non sarei stato in grado di liberarla in pochi giri per cui ho deciso di allenarmi sulla resistenza per poi tornare a chiudere quel conto lasciato in sospeso tempo prima. Dopo circa un mese di allenamento sono tornato per riprovarci. Fin da subito ho capito che l’allenamento aveva dato i suoi frutti, ma non ero certo di poter riuscire a liberarla dati i pochi giorni che avevo a disposizione. Così, dopo un primo giro per montarla e riguardare i movimenti ho fatto un primo tentativo e inaspettatamente mi sono ritrovato all ultima sezione della via. Rinviato poi l’ultimo rinvio, nonostante avessi ormai la catena a pochi metri di distanza, purtroppo un pó per l’emozione, un pó la stanchezza hanno fatto si che commettessi uno stupido errore. Senza neanche rendermene conto infatti, avevo perso un piede e scivolando sono caduto. La rabbia era tanta ma il desiderio di vincere questa sfida era più forte. Cosí dopo essermi riposato bene, ho ritentato ma senza riuscire neanche a superare la prima sezione, cioè la sezione chiave. Anche questa volta però non mi sono dato per vinto, quindi ho deciso di prendermi un giorno di resting per poi riprovare il giorno successivo. E così è stato. Nonostante fossi ancora un pó stanco la motivazione era tanta. Così, sono partito molto concentrato temendo che il rendimento poteva non essere quello del primo giorno. Ma arrivato al riposo con l’incastro, ho liberato la mente da ogni pensiero per concentrarmi unicamente sulla via. Partito dalla sezione chiave, ho rischiato varie volte di cadere, ma nonostante ciò sono riuscito ad arrivare al riposo prima del bombè. Ero esausto e non sapevo se sarei stato in grado di  recuperare per proseguire. Dopo alcuni minuti ho notato che non riuscivo più a sghisare e così sono partito. Gli avambracci erano ancora ghisati ma con un grande sforzo sono riuscito ad arrivare al riposo successivo. Ormai ero giunto al punto del giorno precedente e temevo di fallire allo stesso modo ma questa volta non ho commesso lo stesso errore. Mi sono concentrato e non mi sono fatto fregare dall emozione e così senza neanche accorgermene ero in catena. Così, ancora incredulo, nel momento in cui ho rinviato e mi sono reso conto che ce l’avevo fatta, mi sono lasciato andare ad un urlo liberatorio. È stata un'emozione fortissima come non mai.


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La signora delle placche: Norma Mercuri.